Meta sta lavorando ad un progetto di ricerca sull’intelligenza artificiale per creare un software di traduzione che funzioni per “tutti nel mondo”. Un progetto che secondo i padroni di casa, rienta nell’ampia gamma di vantaggi che l’intelligenza artificiale può offrire al metaverso. Immaginatevi quindi di parlare con chiunque in qualsiasi lingua ed essere compresi all’istante.
Che cosa dicono i dati?
L’azienda afferma che, circa il 20% della popolazione mondiale non parla lingue coperte dagli attuali sistemi di traduzione già esistenti in rete. Spesso, queste lingue non hanno testi scritti facilmente accessibili necessari per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale oppure non hanno un sistema di scrittura standardizzato.
Meta abbatterebbe ogni barriera linguistica
Immaginate di poter parlare in qualunque lingua ed essere compresi simultaneamente anche da chi la vostra lingua la ignora totalmente. Meta infatti parla di un’eliminazione delle barriere linguistiche piuttosto profonda, che consentirebbe a miliardi di persone di accedere alle informazioni online nella loro lingua madre o preferita.
Meta vuole sperimentare nuove tecniche di apprendimento automatico in due aree specifiche. La prima, No Language Left Behind, si focalizzerà sulla creazione di modelli di intelligenza artificiale in grado di imparare a tradurre la lingua utilizzando meno esempi di formazione.
Universal Speech Translator invece, costruirà sistemi che traducano direttamente il parlato in tempo reale da una lingua all’altra senza la necessità di un intermediario scritto.
I progressi nella traduzione automatica non aiuterebbero solo quelle persone che non parlano una delle lingue che domina Internet oggi ma cambierebbero anche radicalmente il modo di condividere idee.
A zero rischi?
Anche la tecnologia presenta i suoi problemi, con una la traduzione automatica che non tiene conto di tante sfumature che i parlanti umani tengono come riferimento, senza contare che una comunicazione di questo tipo, inietta pregiudizi di genere ed è in grado di vomitare quegli errori strani e inaspettati che solo un computer può fare.
Ad esempio, Mark lo sa che solo in eschimese, per la parola “neve” ci sono quindici diversi termini di riferimento? Riuscirà a strabiliarci anche con quest’ultima impresa?