Product placement: e se diventasse virtuale?

Product placement: e se diventasse virtuale?

Il product placement è una strategia di marketing poco invasiva in cui il messaggio pubblicitario raggiunge l’utente con un’azione di tipo pull. Cosa intendo? Sei tu, che, guardando il film o la serie tv, entri in contatto in modo implicito con il prodotto. Al momento Amazon e altri giganti dello streaming stanno testando il Product Placement Virtuale all’interno delle loro serie tv. Ma cos’è e come funziona?

Product placement: è marketing ma non si vede

Ti sarà sicuramente capitato di guardare un film o una serie tv e imbatterti in scene che contengono i più svariati prodotti commerciali. Sembra casuale, ma in realtà è una scelta ragionata. Si tratta, infatti, proprio di product placement e il messaggio pubblicitario, seppur nascosto, arriva direttamente all’utente che riesce a individuare più facilmente l’intento commerciale del prodotto e associarlo all’attore che quindi ne diventa implicitamente testimonial. Si tratta di una strategia di marketing che comporta costi maggiori, è vero. Ma l’impatto visivo è decisamente impagabile. Ne abbiamo selezionati alcuni esempi. Come l’immagine del cibo da fast food più famoso al mondo, McDonald’s, nell’episodio 1×03 della serie We Own This City (2022):

Oppure la pubblicità della catena di negozi Target nella serie animata Family Guy (2022):

Un altro esempio di product placement può essere quello del caffè Sturbucks nella serie tv Black-ish?

Come inserire i prodotti pubblicitari virtualmente?

I giganti dello streaming sanno bene quale sia la potenza dell’immagine e l’impatto – soprattutto in termini commerciali – che ne può derivare ed è per questo che Amazon e Peacock stanno testando la possibilità di introdurre il product placement in modo virtuale: tutti i vantaggi del product placement tradizionale ma con la possibilità di inserire l’immagine del prodotto in un secondo momento. Dati alla mano, il colosso firmato Jeff Bezos ha rivelato come in un test il brand M&Ms ha visto un aumento del 6.9% in termini di brand favorability e una crescita del 14.7% della propensione all’acquisto. Si tratta, inoltre, di una soluzione che permetterebbe di ovviare alla mancanza di break pubblicitari tipica delle piattaforme di streaming senza però scalfire la user experience nel suo insieme. Ma sarà più efficace e ancor meno invasivo? Staremo a vedere.