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Realtà aumentata: su Snapchat lo shopping è con l’AR

Hai mai pensato di fare acquisti su Snapchat? Presto sarà ancora più facile. Al summit Snap Partner dello scorso aprile, la piattaforma ha svelato infatti una serie di funzioni per espandere la sua capacità e-commerce servendosi della realtà aumentata. Ma in cosa si differenzia da tutti gli altri e-commerce?

Realtà aumentata: segno distintivo di Snapchat

Stanco di girare tra mille negozi per provare vestiti e prodotti? La soluzione di Snapchat allora è perfetta per te. I nuovi strumenti presentati dal social promettono, infatti, di rivoluzionare l’esperienza e-commerce. Come? La risposta è proprio la realtà aumentata. D’ora in poi, oltre a fare fitness, potrai anche fare shopping servendoti della realtà virtuale. Nuovi software permetteranno ai brand di offrire ai propri clienti nuovi modi per interagire per guidarli nell’acquisto di un prodotto.

Realtà aumentata: su Snapchat lo shopping è con l'AR
Realtà aumentata: su Snapchat lo shopping è con l’AR

Per la prima volta, potrai provare vestiti senza bisogno di cambiarti. Hai capito proprio bene. La tecnologia AR permette ai clienti di provare virtualmente i prodotti e scegliere, quindi, in maniera più consapevole durante il processo d’acquisto. Qualche esempio?

Puma è solo il primo a provare la tecnologia AR

La tecnologia usata dall’e-commerce di Snapchat, che lo differenzia da tutti i suoi competitor, permette di analizzare l’immagine e di sovrapporre digitalmente i prodotti selezionati. Se sei ancora scettico, pensa che già brand di fama mondiale lo hanno provato.

Puma, per esempio, è stato il primo a usare la tecnologia della realtà aumentata per lasciar provare ai clienti le proprie scarpe. Come? Semplicemente puntando la fotocamera di uno smartphone ai propri piedi. Zenni Optical, che produce occhiali da vista e non solo, invece, permette di provare differenti stili e gradazioni. E i dati non lasciano dubbi: le sue lenti siano state provate oltre 60 milioni di volte dagli utenti di Snapchat. Questo si traduce non solo in un ritorno d’immagine, ma in profitti considerevoli. Rivoluzionario, vero?