Smartworking,come funziona la modalità che ha rivoluzionato il lavoro di milioni di persone?
Ne abbiamo parlato appena qualche giorno fa: se lo smartworking ha rivoluzionato la vita lavorativa di gran parte di italiani e non, ci troviamo certamente davanti ad una rivoluzione che non accenna a fermarsi.
Già, perchè oggi basta una buona connessione ad internet ed un telefono, per svoglere, in molti casi, i propri compiti anche da remoto. Insomma, flessibilità di orario e luogo di lavoro sono all’ordine del giorno.
Ma che cos’è lo smart working?
Parliamo sempre di un lavoro dipendente, ma eseguito fuori dall’ufficio. Una “fuitina” concordata con il datore di lavoro: si lavora da casa per uno o più giorni a settimana. In molte multinazionali il lavoro agile era già realtà da tempo, ma con l’emergenza da Coronavirus, la pratica sta vivendo un vero e proprio boom, specie tra le grandi imprese.
Il lavoro agile ha i suoi vantaggi?
Se un lavoratore dipendente non dovesse andare in ufficio tutti i giorni arriverebbe a risparmiare fino a 4.000 euro all’anno, considerando tutto, dalle spese per la benzina ai parcheggi, dai biglietti dei mezzi pubblici al caffè al bar.
Per non parlare poi del tempo libero da dedicare alla vita privata! Quanti di noi hanno riscoperto il piacere di passare più tempo con i propri figli o semplicemente di dedicarsi maggiormente ad una passione accantonata per mancanza di tempo?
Che cosa ne pensano le aziende?
Se per i dipendenti, i lati positivi dello smartworking sono diversi, dal canto loro, le aziende possono trarne non pochi benefici:
- Ci si concentra sui risultati del lavoro e non sugli aspetti formali: il personale, sentendosi valorizzato, sarà più responsabile;
- Si razionalizzano le risorse e aumenta la produttività, si risparmiano i costi e migliorano i servizi offerti;
- Si promuove l’uso delle tecnologie digitali più innovative e lo sviluppo delle conoscenze digitali;
- Si rafforzano sistemi di misurazione e valutazione delle performance basate sui risultati e sui livelli di servizio.
- Si abbattono le differenze di genere;
- Si riduce ogni forma di “assenteismo fisiologico”;
- Si attraggono talenti.
Alternative Work Week: il caso di smart working vincente di Avanade
Avanade dà la possibilità ai propri dipendenti di scegliere quando, dove e come lavorare, raggiungendo i propri task e obiettivi professionali e favorendo il benessere e l’equilibrio tra vita privata e lavoro. L’iniziativa consente un’organizzazione del lavoro diversa da quella classica dei 5 giorni lavorativi alla settimana per 8 ore al giorno. Pur garantendo le 40 ore settimanali, infatti, il progetto prevede l’organizzazione del lavoro in maniera flessibile, secondo le esigenze del lavoratore. Nella distribuzione oraria si suggerisce una certa regolarità per non ostacolare il lavoro di team e l’avanzamento dei progetti. L’organizzazione dei tempi e delle modalità, però, è lasciata al singolo che, per esempio, può decidere di tenersi libera una mezza giornata e recuperare le ore e le attività in altri momenti.
Smart working: croce e delizia!
Ok! maggiore flessibilità, più spazio per godersi la casa, la famiglia e gli hobbies. Ma a quanto pare non tutti hanno sperimentato i benefici di questa esperienza. E’ infatti sugli svantaggi che ancora dobbiamo prendere le misure, in primis quello del lavorare di più rispetto a prima. Non riguarda solo la fatica delle riunioni con Zoom, Team, Meet e tutte le piattaforme disponibili per le conferenze on line, ma proprio delle maggiori ore di lavoro che spendiamo a casa, lavorando in smart working.
Si lavora di più: parola di Harvard
Un recente studio promosso dalla celebre Università, che ha analizzato le e-mail e le riunioni di 3,1 milioni di persone in 16 città del mondo, rileva che il personale remoto lavora di media 48,5 minuti in più al giorno di chi sta in ufficio; non solo ma i dipendenti che lavorano da casa arrivano a stare al computer fino a due ore in più al giorno rispetto a quando stavano in ufficio. Quasi un terzo dell’esercito remoto lavora nel tempo libero più volte alla settimana, rispetto a meno del 5% degli impiegati.
Smart working: come funziona attualmente?
A che punto siamo: il modello di lavoro ibrido
La maggior parte delle aziende in Italia nella loro prospettiva futura, stanno prendendo in considerazione l’attuazione di modelli di lavoro ibrido. Parliamo della possibilità di fare la metà del lavoro da remoto e l’altra metà, invece, in ufficio. Attualmente il 45% degli oltre 4.800 lavoratori, vedono lo Smart Working come un’opportunità positiva anche dopo la pandemia. In particolare, il 58% dei lavoratori vorrebbe mantenere la possibilità di lavorare da remoto almeno per 2-3 giorni alla settimana. Invece, il 28% vorrebbe sempre lavorare in modalità Smart Working.
Qualcuno è già a buon punto: il caso di Unicredit e Vodafone
Nel frattempo, già alcune grandi aziende in Italia hanno avviato questo tipo di modello ibrido. In primis, Vodafone ha sottoscritto un accordo che riguarda i suoi 6000 addetti italiani e che prevede il lavoro agile per i dipendenti in un lasso di tempo che va dal 60 all’80% del totale. Inoltre, vi è il caso UniCredit che ha previsto almeno un giorno a settimana di lavoro agile per gli addetti agli sportelli e due giorni a settimana invece, per gli amministrativi, in modo tale da avviare il ritorno in ufficio in maniera graduale.
Deutsche bank premia lo smartworking: mille euro e nuovo laptop a chi aderisce
Il 40% delle ore di lavoro settimanali a distanza (in alcuni casi fino al 60%) il resto in presenza: un premio di 1000 euro lordi ogni cinque anni e un nuovo laptop per chi è idoneo e aderisce allo smartworking.
È la formula di lavoro ibrido in Deutsche bank, all’indomani del primo accordo sindacale di questo tipo stipulato nel sistema bancario privato in Germania.
L’intesa scatta dal primo novembre. Non tutti però potranno aderire alla possibilità di lavorare da casa per il 40% delle ore di lavoro settimanali, equivalenti a due giorni circa: sono esclusi dall’accordo i dipendenti che lavorano nei trading floors, perché per eseguire le operazioni di compravendita sui mercati occorre essere in presenza; non potranno lavorare da casa due giorni a settimana neanche i dipendenti delle filiali e degli uffici commerciali ai quali è richiesta la presenza per assicurare il contatto con la clientela. In casi eccezionali, per contro, la banca è disposta ad accettare fino al 60% delle ore settimanali a distanza. Attualmente, poco meno del 50% dei dipendenti di Deutsche bank lavora in presenza. Al picco della crisi del coronavirus e nel periodo di lockdown massimo, l’85% dei dipendenti della banca ha lavorato da casa e l’operatività complessiva non ha riscontrato grandi problemi.
Insomma, se fino ad ora ci siamo chiesti per quanto tempo il lavoro agile potesse ancora riguardarci, non sembrano esserci dubbi:
il nostro futuro è SMART!
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